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Rilanciare la corresponsabilità

“nel mare della vita c’è chi và in crociera, c’è chi va a nuoto,

e quando il mare si fa grosso chi va a nuoto rischia di annegare, senza che i croceristi se ne accorgono”

 Non è più tempo di stare sui piedistalli o di vedere il mondo esterno come un nemico da combattere per proteggere le proprie cose, il proprio ruolo, la propria posizione.

C’è una dimensione culturale da recuperare e rilanciare: la corresponsabilità; ancor di più oggi, tempo in cui nessuna risorsa può essere sotterrata.

La corresponsabilità è lo strumento indispensabile per fare società, è la palestra ideale per vivere la libertà in maniera autentica.

In quanto forma di partecipazione responsabile, la corresponsabilità si comprende avendo chiaro che il mondo non sono “IO”, non siamo “NOI”, ma siamo “NOI e gli ALTRI” e si può realizzare con l’impegno del mettersi in gioco, del coinvolgere e del lasciarsi coinvolgere.

La valorizzazione della corresponsabilità passa attraverso la comprensione che nessuno è una identità a se stante, che ognuno nell’esplicazione del ruolo che è chiamato a svolgere abbia la consapevolezza di prestare un servizio alla società.

C’è da recuperare una ecologia dell’umano partendo dai bisogni fondamentali dell’uomo, per il cui soddisfacimento ogni uomo si deve sentire, ed essere riconosciuto, parte attiva per l’unicità dell’apporto che può dare.

Senza creare contrapposizioni, valorizzando e non mortificando l’impegno di ciascuno, si possono attivare percorsi educativi capaci di generare stili di vita, una quotidianità del fare improntata ad una convivenza ordinata, capace di dare significato alla vita, alle regole del vivere umano, capace di trasmettere vita, di creare speranza, sviluppo, riscatto sociale .

Dov’è tuo fratello? È una domanda esistenziale che ritorna sempre, una corresponsabilità da vivere.