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“Riaccendiamo la speranza”

Non siamo padroni del vento, ma abbiamo la responsabilità di tenere la rotta giusta!

 

Precarietà, incertezze, l’incognita del futuro, l’incapacità di progettare a lungo tempo, una cultura dell’effimero e dei falsi valori che continua a farsi sempre più strada, l’esaltazione selvaggia del competere, la paura di coniugare libertà con responsabilità, la corruzione morale, sono alcuni degli ingredienti di quel cocktail che genera la logica del disimpegno, risultato: prolifera l’indifferenza, manca la speranza.

Ma dove non c’è speranza, c’è disperazione, senza speranza l’uomo non può vivere.

Occorre accendere la speranza, e:

  • Non occorrono effetti speciali, non occorre programmare grandi eventi, occorre uscire dall’autoreferenzialità, riscoprirsi parte dell’umanità e non pensarsi di essere il centro dell’universo.
  • Non basta parlare di giustizia e di legalità, ma occorre vivere la misericordia che va oltre la giustizia, occorre vivere il rispetto dell’altro e del bene comune che va oltre ogni legge.
  • Non occorre rimpallarsi responsabilità ma occorre con responsabilità vivere le gioie ed i dolori del tempo, per sentirsi impegnati a rendere la vita più civile e più umana.
  • Non occorre creare fratture intergenerazionali ma occorre valorizzare il passaggio delle generazioni per poter formare cittadini capaci di “abitare” la terra; gli uomini non sono rottami!

Per accendere la speranza deve quindi emergere l’impegno responsabile di tutti e di ciascuno nella consapevolezza dell’appartenenza alla società.

Una società, solo nel rispetto delle regole, scritte e non scritte, vissute nella dimensione della relazione può essere capace di generare fiducia, capace di non consentire alcuna forma di emarginazione, capace di caricare di significato la presenza di tutti, capace di dare senso alla vita.

È partendo da queste verità che possiamo superare la logica del “chi me lo fa fare?” ed attivare un processo virtuoso per vincere l’indifferenza, attivando altresì gli anticorpi per contrastare il degrado sociale.

Non siamo padroni del vento, ma abbiamo la responsabilità di tenere la rotta giusta!