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XXIII Giornata diocesana della famiglia

“l’amore comincia con il primo segno di tenerezza”

 

 


“Il matrimonio è anche un lavoro di tutti i giorni, potrei dire un lavoro artigianale, un lavoro di oreficeria, perché il marito ha il compito di fare più donna la moglie e la moglie ha il compito di fare più uomo il marito". (Papa Francesco)

Si è celebrata domenica 4 maggio a Piazza Armerina la XXIII Giornata diocesana della famiglia. La ricorrenza si colloca al termine dell’annuale percorso diocesano di pastorale familiare che quest’anno, guidati don Romolo Taddei, accompagnato dalla coppia Dina e Giovanni Pitino, ci ha consentito di andare a scuola di tenerezza.

Il percorso si è posto le finalità di:

- chiarire il significato dell’intimità;

- dare una descrizione del termine “tenerezza” in negativo e in positivo;

- presentare le paure e le difficoltà che si vivono nell’esprimere la tenerezza;

- attuare dei passaggi per vivere la tenerezza;

- illustrare le modalità espressive della tenerezza;

- presentare i fondamenti antropologici e teologici della tenerezza;

- offrire nuove modalità per alimentare la tenerezza;

- insegnare ad essere “ i missionari della tenerezza di Dio”.(Papa Francesco)

 Seguendo la metodologia dell’animazione, don Romolo ha presentato la tenerezza nella coppia quale “segreto per continuare a stare bene insieme”, un impegno che va ogni giorno alimentato com’è emerso, in maniera significativa, dalle esperienze che hanno animato il percorso.

La relazione coniugale sperimenta momenti di solitudine e di lontananza, esperienze negative, il lamento, che è la morte dell’amore; vivere la tenerezza come virtù nella vita di coppia significa arricchirsi reciprocamente, nella valorizzazione della differenza, “l’uomo rende più donna la moglie, la donna rende più uomo il marito”.

La tenerezza nella sua dimensione ontologica è manifestazione dei bisogni fondamentali dell’uomo: il desiderio di amare ed il bisogno di essere amati.

Il bisogno di essere amati scaturisce dalla consapevolezza, anche se inconscia, di riconoscere i propri limiti e di sentire la necessità di essere confermato dall’altro ed in misura più accentuata dalla persona che ti sta vicino, una dimensione che apre alla sensibilità, all’empatia, all’attenzione alla vita, alla capacità di esprimere affetto, da cui scaturisce, nella vita di coppia, l’impegno di attuare il passaggio dalla domanda “che cosa mi dà lui/lei, perché io sia felice e mi realizzi?”, ad un’altra domanda più impegnativa “che cosa sto facendo io, perché lui/lei sia felice e si realizzi?”

Vivere la tenerezza è capacità di saper sognare nonostante tutto, è nutrire pensieri di pace, è andare oltre le apparenze, i giudizi, è perseveranza, è la capacità di attivare un processo comunicativo che manifesti rispetto nei confronti dell’altro con gesti, azioni, tenendo conto di quelle che sono le peculiarità di genere.

Tutte sollecitazioni queste che hanno aiutato i partecipanti a consapevolizzare il valore della tenerezza.      

Il Vescovo Mons. Rosario Gisana ha voluto essere presente all’incontro diocesano delle famiglie, nonostante i diversi impegni della giornata che lo hanno portato fuori diocesi.

La gioiosa accoglienza delle famiglie ha voluto ricambiare l’affabile atteggiamento del suo Vescovo che con la semplicità e la spontaneità, la tenerezza del fare, ad un mese del suo insediamento, è già riuscito a calamitare la fiducia, l’affetto, la stima delle famiglie; non si è stancato di stringere la mano e dare il suo paterno saluto ai presenti, rammaricandosi di non aver potuto godere con tempo sufficiente la giornata.

Anche Sua Eccellenza mons. Rosario ha voluto donarci spunti sulla tenerezza quale disposizione d’animo che trova la sua sorgente primordiale nella Tenerezza di Dio creatore.

La giornata diocesana delle famiglie, anche quest’anno, è stata un segno visibile che, nonostante chi rema contro, la famiglia è una palestra per crescere in umanità, ed è nella condivisione di questa verità che le famiglie cristiane si sentono impegnate a contagiare la società con la tenerezza del fare.

 

Piazza Armerina 4 maggio 2014