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Famiglia e Lavoro

La perdita di lavoro è "un terremoto" per la famiglia

 

Occupazione e salvaguardia del diritto al lavoro sono un principio di civiltà e di democrazia su cui si fonda il vero sviluppo della società. È una delle sfide più importanti, perché è in gioco la persona e quindi la famiglia che risulta talmente sollecitata da non riuscire ad ammortizzare le ripercussioni.


Infatti la perdita di lavoro è un terremoto per la famiglia mette a dura prova quelle che sono le sue capacità relazionali, la sua capacità di cura ed il suo impegno educativo con ricadute negative sull’intera comunità.

La nostra è una società complessa ed appunto per questo deve attenzionare quelli che sono gli autentici bisogni della persona e delle famiglie per evitare di alimentare l’idea del conflitto come forme di convivenza in opposizione a forme relazionali che sono le componenti essenziali per la crescita sociale del bene comune.

Il significato che si attribuisce al lavoro non può essere esclusivamente determinato dalla logica della produttività, efficienza, livelli occupazionali, tagli ed esuberi , logica prettamente economica che esclude la persona nel suo progetto di sviluppo, ma che viene avvalorata da una certa politica che da attenzione a quanto economicamente misurabile.

Occorre riconoscere il lavoro nella sua dimensione di coesione sociale superando la logica mistificante del baratto, rivalutando l’asserzione che «Il lavoro è per l’uomo, non l’uomo per il lavoro», mettendo al centro la persona.

Quindi sono priorità di chi governa, e di chi è chiamato a prendere decisioni, saper gestire i processi di cambiamento che interessano il mondo del lavoro, per evitare di subirne le conseguenze.

Potere e conflitto non possono essere le componenti di governo e di sviluppo economico, fiducia e speranza sono le forme da rigenerare, valorizzando il lavoro e la famiglia.