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Non si baratta la vita, la famiglia, con i desideri

 

 

Abbiamo fatto del precariato il nostro stile di vita.

Usando in modo assai demagogico lo strumento della libertà, si scade nello scimmiottare quei valori portanti che hanno consentito lo sviluppo della società:
-viene messa in discussione la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio di un uomo ed una donna ,
-viene messa in discussione l’etica del comune rispetto, la fedeltà, la fiducia,
-viene messa in discussione la dimensione generativa della persona,
-viene significata la vita come prodotto di laboratorio.

 Non ci si rende conto che la condivisione, ideologicamente sostenuta, di queste asserzioni , priva di significato la vita, generando una logica di comportamenti ed azioni socio-politiche che hanno ricadute negative nella società:
-da un mercato economico che pensa solo a realizzare utili, all’evasione fiscale;
-dal lavoro che non c’è, al disagio giovanile;
-dal mercato del lavoro che non tiene conto della persona e dell’ambiente, alla sudditanza psicologica, allo sfruttamento.

Vogliamo che ci sia un cambiamento ma ci facciamo trascinare da una pseudo cultura che, mistificando la verità, devasta i pilastri veri della società, spazza quei valori che aiutano la persona a sviluppare la sua capacità creativa, ad alimentare il senso di appartenenza e la corresponsabilità al bene comune.

Non svendiamo la nostra umanità inneggiando a chi si fa araldo di una libertà deresponsabilizzante che distrugge, non avendo la capacità di costruire.

Non si baratta, la vita, la famiglia, con i desideri; la politica superi la logica clientelare e si adoperi per le vere priorità: la famiglia, il lavoro, i bambini, gli anziani, la pace e di quanto genera relazioni e benessere sociale.

L’opportunismo e la mediocrità morale di alcuni tendono a creare indifferenza contagiando la società nella logica del disinteresse: “ognuno faccia come meglio crede”, una logica devastante perché l’uomo è un essere sociale ed il comportamento di ognuno ha ricadute nella intera società.

Il cambiamento non si trova nella mediocrità, nella meschinità, ma nell’esigenza di un alto livello da condividere.

“ io non ho paura delle urla dei violenti, ho paura del silenzio degli onesti “ Martin Luther King