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2016, l' anno che verrà

Come sarà l'anno che verrà? 

Possa essere il nuovo anno,  un anno migliore del precedente, un anno felice per tutti, è l'augurio che ci si scambia, a volte molto frettolosamente, ogni fine anno. Un augurio che cosi fatto tende ad assumere una dimensione quasi esorcizzante, per tenere lontana la paura del futuro, una paura che nel tempo si è sempre  più fatta strada. Allora,  come sarà l'anno che verrà? 
Possiamo rispondere che dipenderà dal nostro modo di abitare il mondo,  dal nostro modo di sentirci cittadini del mondo, dalla nostra capacità di ripensare il futuro come tappa di un nostro camminare insieme come comunità, nel senso di una comune appartenenza all'umanità, nella condivisione di una scala di valori e delle priorità che bisogna soddisfare per un corretto vivere civile.
Pensiamo che, come semplici cittadini conta poco il nostro impegno, perché sono i potenti della terra a determinare i fatti del mondo,  questo è vero, ma non dobbiamo semplicemente fermarci a questa considerazione. Dobbiamo avere la consapevolezza che questi potenti sono esseri umani, sono figli  di questo mondo,  "figli nostri" eletti da noi per  il governo della nostra società
Dobbiamo essere capaci di esercitare sul loro operato una vigilanza critica (esente da qualsiasi forma demagogica e/o di avido individualismo) superando quell'atteggiamento passivo che ci porta a pensare che quello che succede al nostro vicino non possa avere ricadute nella società.
"Non possiamo debellare tutto il male del mondo ma dobbiamo essere capaci di contrastarlo,  di denunciarlo,  di non giustificarlo". 
Non ci sono guerre da fare c'è  una responsabilità sociale da esercitare,  per poter dire che il nuovo anno sarà come noi lo vogliamo: un anno di pace, di serenità, di impegno personale e comunitario per #costruireinsiemeilfuturo.
#Auguri