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Per una buona genitorialità

 

 

Organizzato dall’associazione ROCCO FEDERICO ONLUS si è tenuto giovedì 31 marzo, al liceo classico “Eschilo” di Gela, il workshop dall’ omonimo titolo del libro del prof. Salvatore Federico e della dottoressa Roberta Federico: “Per una Buona Genitorialità”.
L’iniziativa finalizzata alla presentazione del libro si è caratterizzata per le riflessioni sul tema in oggetto, da parte di S.E. Mons. Rosario Gisana,di don Giacinto Magro,di esperti psicologi, di educatori e di rappresentanti delle associazioni di volontariato che nella loro mission si pongono al servizio della famiglia.

L’opera, secondo le specifiche competenze degli autori, è divisa in due parti: la prima parte ha carattere pedagogico, la seconda tratta delle problematiche legate alla genitorialità.

Dagli interventi e dalle sollecitazioni riportate dagli autori nella loro opera è emerso che sull’essere genitori non esiste un vademecum, ma si possono delineare delle linee che possono aiutare a rafforzare le competenze educative dei genitori. È stato altresì rimarcato che una buona genitorialità ha ricadute nella crescita della coesione sociale di una comunità.


Riportiamol'intervento della vice presidente dell'associazione GELA FAMIGLIA:

Intervento al workshop “Per una buona genitorialità”

Organizzato dall’associazione: Rocco Federico Onlus

Ringrazio doppiamente gli autori del libro, sia per l'invito ad intervenire a questo convegno di presentazione e, soprattutto, per il contributo che attraverso questa loro opera offrono ai genitori ed alle famiglie.
Il mio intervento in questo convenire si muove sul mio vissuto di donna, moglie, mamma, nonna e volontaria. Esperienze che insieme ti mettono in discussione, ti aiutano a crescere, a condividere, a conoscere lo stato di tensione che le famiglie vivono nello svolgimento dei propri compiti, ti aprono al confronto con l’altro, ti aiutano a consapevolizzare l’importanza della relazione.
Nella famiglia la relazione è connaturata, di fatto la famiglia è il primo nucleo di solidarietà nella società.
Una buona genitorialità, è l’impegno di un amore che vuole assicurare ai figli una vita autentica, bella e buona. Da qui il compito dell’educazione che implica la capacità di dare risposta al senso dell’autentica libertà, alle domande: che cosa è la vita? Perché sono nato? Domande che in maniera più o meno consciamente sono presenti nei nostri figli.
Molte famiglie manifestano grande fatica nella relazione educativa, pur sapendo che è un grandissimo compito. Ricorrenti le domande:   Ma come possiamo fare? Con quali mezzi procedere? Da chi ci possiamo fare aiutare? E poi, la gente che può pensare? Ed ancora, il lavoro ci impegna troppo, non c’è serenità in famiglia, manca il lavoro.
La questione di fondo è che si parla tanto di valori, concordiamo tutti nell’elencarne la lista: la famiglia, rispetto della dignità umana, la pace, la democrazia, la libertà, giustizia, solidarietà e … , ma non c’è unanime condivisione sul loro contenuto, sulla loro interpretazione perché nel nome di uno stesso valore si possono sostenere posizioni diverse.
La famiglia per esempio è un valore condiviso è ai primi posti nella scala dei valori, ma è diventato un contenitore tanto grande da essere per alcuni una cosa e nello stesso tempo per altri il contrario, tanto che la famiglia non è vista come ambito di impegno e di responsabilità ma come spazio di tranquillità e soddisfazione personale, con tutte le ricadute che questo comporta.
Oggi mancando nella società una condivisione di valori capaci di darle orientamento, il divario di idee genitori figli si è fatto più marcato, siamo passati dai racconti della nonna alla messaggistica , dalla richiesta dei consigli al virtuale. Sembra che il gruppo conti più della famiglia.

In questo contesto, specie nella preadolescenza, diventa ancor più indispensabile essere genitori disponibili, presenti, intervenendo attivamente quando necessario, essere una fonte di riferimento autorevole. L’autorevolezza dipende da chi siamo e cosa viviamo: nel riconoscersi di essere stati figli prima che genitori.
Educare è una questione che si protrae nel tempo riavvicinando adulti e nuove generazioni , nel senso di riconciliare il prima ed il dopo per dare senso al presente ed aprirlo al futuro. Il sacrificio di oggi ha senso perché ha un domani, diversamente si svuota di contenuto.
Dice un proverbio cinese: Quando fai piani per un anno semina grano .Se fai piani per un decennio pianta alberi. Se fai piani per la vita, forma ed educa le persone.

La responsabilità della famiglia è quella di creare un luogo dove reciprocamente si vive l’amore, la carità, la comunione, a partire da una sana relazione di coppia che testimonia e valorizza la differenza del maschile e del femminile e di una comunicazione familiare scevra di banalità ma ricca di significati per far crescere nella conoscenza della realtà, nella valorizzazione della libertà e nella capacità di decidere.

E poiché, Famiglia e Società non si possono ignorare, risulta utile se non indispensabile una sinergia delle diverse agenzie educative nel sostenere la famiglia in un percorso finalizzato ad una buona genitorialità, diversamente le varie iniziative sociali ed educative risultano poco efficaci.
Pensando di esprimere il concetto di tutti concludo dicendo che investire nei figli è il miglior investimento che una società possa fare. Grazie per l’ascolto.

 

Michela Munda Prestìa
Vice presidente dell’associazione Gela Famiglia

 

Gela 31 marzo 2016