Realizzato grazie al supporto del CeSVoP - Centro Servizi per il Volontariato di Palermo

Buon anno 2019

 

Gli Auguri alla nostra Città

 

 La consegna del 2018, che se ne va, è la stessa di quella lasciata dall'anno precedente: Cambiamento, Cambiamento ed ancora Cambiamento. Per il bene della città, si deve cambiare, per superare la perseverante crisi, che vede tante famiglie in situazioni di estrema difficoltà, si deve cambiare.

La visione del mondo pensata con le leggi dell’economia e della finanza, prospettando un benessere senza limiti, ha imposto stili di vita svantaggiosi per la convivenza sociale. Deturpando la natura si sono create distruzioni, creando disuguaglianze si è fatta strada la sfiducia, la paura delle relazioni, la disillusione.

La preoccupazione di poter essere inghiottiti nel precipizio della crisi, ha innescato forme di isolamento, di chiusura, di autodifesa per cercare di sopravvivere senza fare alcuna rinuncia, compromettendo il fondamento stesso della coesione sociale.
Su questo terreno non può certamente attecchire il sogno del cambiamento.  

Ciò considerato, per evitare che la desiderata speranza di cambiamento continui a restare uno slogan politicamente abusato, vista la difficoltà di tradurre in realtà quello che si proclama, riteniamo sia opportuno porsi delle domande. La prima domanda, la fondamentale, è: cosa intendiamo per Città? E quindi a seguire: cosa cambiare? Come cambiare? Ed ancora, è possibile accendere la speranza di cambiamento?
Sono domande lecite, ed ancor di più doverose, domande che ci siamo più volte poste come associazione. Rispondendo a quella che consideriamo la domanda fondamentale abbiamo condiviso una stimolante esortazione: <E se pensassimo la CITTÀ come una grande FAMIGLIA?>. Una esortazione da non considerare velleitaria, perché presa come sistema può dare la risposta anche alle altre domande che ci siamo poste. Una esortazione che diventa stimolante per attivare progetti e processi di autentica coesione sociale, promuovendo cittadini che diventino attivi protagonisti della propria vita e della vita della città. Perché l'anima della citta, la principale risorsa di ogni città sono i suoi abitanti, una risorsa che ha bisogno di essere riconosciuta nei suoi bisogni per essere responsabile. In questo contesto la famiglia, prima cellula della società, nonostante sia attaccata, nell’intimo delle sue relazioni, resta il nodo centrale di tante questioni aperte, (in primis l’educazione delle nuove generazioni), per attivare un percorso che porti ad un cambiamento culturale capace di promuovere reti tra le famiglie che trovano concretezza in una cultura della solidarietà che promuova la persona e dargli la possibilità di poter camminare da sola. Un cambiamento culturale per non lasciarsi influenzare dal consumismo, purtroppo capita per alcune famiglie di subire il condizionamento dei media e dei loro slogan pubblicitari e si sentono frustrati se non riescono a spendere per come richiede l’attuale sistema commerciale.

Pensare la Città come una grande Famiglia é da stimolo e misura per una programmazione politica che supera il carattere esclusivamente emergenziale che l'ha caratterizzata, ed avviare uno sviluppo a misura d’uomo ed a tutela della natura.

Auspichiamo un tale cambiamento, occorre che ognuno faccia la propria parte. Auguri alla nostra Città

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli Auguri alla nostra Città

 

La consegna del 2018, che se ne va, è la stessa di quella lasciata dall'anno precedente: Cambiamento, Cambiamento ed ancora Cambiamento. Per il bene della città, si deve cambiare, per superare la perseverante crisi, che vede tante famiglie in situazioni di estrema difficoltà, si deve cambiare.

La visione del mondo pensata con le leggi dell’economia e della finanza, prospettando un benessere senza limiti, ha imposto stili di vita svantaggiosi per la convivenza sociale. Deturpando la natura si sono create distruzioni, creando disuguaglianze si è fatta strada la sfiducia, la paura delle relazioni, la disillusione.

La preoccupazione di poter essere inghiottiti nel  precipizio della crisi, ha innescato  forme di isolamento, di chiusura, di autodifesa per cercare di sopravvivere senza fare alcuna rinuncia, compromettendo il fondamento stesso della coesione sociale.
Su questo terreno non può certamente attecchire il sogno del cambiamento.   
Ciò considerato, per evitare che la desiderata speranza di cambiamento continui a restare uno slogan politicamente abusato, vista la difficoltà di tradurre in realtà quello che si proclama, riteniamo sia opportuno porsi delle domande. La prima domanda, la fondamentale, è: cosa intendiamo per Città? E quindi a seguire: cosa cambiare? Come cambiare? Ed ancora, è possibile accendere la speranza di cambiamento?
Sono domande lecite, ed ancor di più doverose, domande che ci siamo più volte poste come associazione. Rispondendo a quella che consideriamo la domanda fondamentale abbiamo condiviso una stimolante esortazione: <E se pensassimo la CITTÀ come una grande FAMIGLIA?>. Una esortazione da non considerare velleitaria, perché presa come sistema può dare la risposta anche alle altre domande che ci siamo poste. Una esortazione che diventa stimolante per attivare progetti e processi di autentica coesione sociale, promuovendo cittadini che diventino attivi protagonisti della propria vita e della vita della città. Perché l'anima della citta, la principale risorsa di ogni città sono i suoi abitanti, una risorsa che ha bisogno di essere riconosciuta nei suoi bisogni per essere responsabile. In questo contesto la famiglia, prima cellula della società, nonostante sia attaccata, nell’intimo delle sue relazioni, resta il nodo centrale di tante questioni aperte, (in primis l’educazione delle nuove generazioni), per attivare un percorso che porti ad un cambiamento culturale capace di promuovere reti tra le famiglie che trovano concretezza in una cultura della solidarietà che promuova la persona e dargli la possibilità di poter camminare da sola. Un cambiamento culturale per non lasciarsi influenzare dal consumismo, purtroppo capita per alcune famiglie di subire il condizionamento dei media e dei loro slogan pubblicitari e si sentono frustrati se non riescono a spendere per come richiede l’attuale sistema commerciale.

Pensare la Città come una grande Famiglia é da stimolo e misura per una programmazione politica che supera il carattere esclusivamente emergenziale che l'ha caratterizzata, ed avviare uno sviluppo a misura d’uomo ed a tutela della natura.

Auspichiamo un tale cambiamento, occorre che ognuno faccia la propria parte. Auguri alla nostra Città