Realizzato grazie al supporto del CeSVoP - Centro Servizi per il Volontariato di Palermo

Lettera di un Padre ad un Figlio

Se un giorno mi vedrai vecchio:

-Se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi … abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo.

-Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose, non mi interrompere per … ascoltami, quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi.

-Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare … ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno.

-Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorriso ironico, ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l’abc.

-Quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso … dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire: la cosa più importante non è quello che dico ma il mio bisogno di essere con te e averti li che mi ascolti.

-Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come se fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti, nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi.

-Quando dico che vorrei essere morto … non arrabbiarti un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive si sopravvive.

-Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te, che ho tentato di spianarti la strada.

-Dammi un po’ di tempo, dammi un po’ della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui l’ho fatto per te.

-Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un sorriso e l’immenso amore che sempre ho avuto per te.

Ti amo figlio mio


Quando le cose non vanno molto bene

Cambia la tua strategia.

Una storiella ci viene in aiuto:

Un giorno un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto:
«Sono cieco, aiutatemi per favore»
Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni
centesimi nel cappello. Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un'altra frase. Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote. Il non vedente riconobbe il passo dell'uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato. Il pubblicitario rispose:
"Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro
modo". Sorrise e se ne andò.
Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto:
«Oggi è primavera e io non posso vederla».

Le 12 regole per imparare ad amare

Un giovane discepolo andò dal saggio e gli disse: “Come si fa ad imparare ad amare?”
“Beh”, rispose il saggio, “potresti iniziare a mettere in pratica queste regole:
1) Non dare mai un’immagine falsa di se stessi.
2) Dire sempre di sì, quando è sì, e no, quando è no.
3) Mantenere la parola data, anche e soprattutto se costa.
4) Guardare gli altri ad occhi aperti, cercando di conoscere i pregi e i difetti.
5) Accogliere degli altri non solo i pregi ma anche i difetti e viceversa.
6) Esercitarsi a perdonare.
7) Dare agli altri il meglio di se stessi, senza nascondere loro i propri difetti.
8 ) Riprendere il rapporto con gli altri anche dopo delusioni e tradimenti.
9) Imparare a chiedere scusa, quando ci si accorge di aver sbagliato.
10) Condividere gli amici, vincendo la gelosia.
11) Evitare amicizie chiuse e possessive.
12) Dare agli altri anche quando gli altri non possono darci niente.”
Il discepolo con uno sguardo perplesso disse:
“Sono regole belle ma difficili da vivere!”
“Perché, chi ti ha detto che amare è facile?”, rispose il saggio.
“Non esiste l’amore facile, non esiste l’amore a buon mercato”.
Tutti cercano l’amore ma pochi sono disposti a pagarne il prezzo: il sacrificio!
“Quando potrò dire a me stesso di aver imparato ad amare?” disse il discepolo.
“Mai. Perché la misura dell’amore è amare senza misura.” Rispose il saggio…. (Anonimo)